“Signora come sono queste mele cotogne?”. “Buone e naturali, e se le prendi ti dico anche la ricetta per la marmellata”, dice lei. Potevo rifiutare l’offerta di questa bella signora al suo banchetto al lago di Bracciano? Compro un chilo e mezzo di mele, poi la signora consiglia di aggiungere alla ricetta anche succo d’uva o mosto, allora prendo anche mezzo chilo d’uva. Dalla borsa tiro fuori l’immancabile quaderno degli appunti e inizio a scrivere. “Allora, prendi un tagliere e taglia le mele in quattro parti, così da lasciare il torsolo. Mi raccomando non togliere la buccia, lavala soltanto perché io non spruzzo niente. Troverai solo qualche ospite, ma non succede niente”. Io continuo a scrivere, pensando ai piccoli vermi che sicuramente troverò nelle mele (tutta salute si dice dalle mie parti).
La signora continua. “Taglia le mele a pezzetti e mettile in una pentola, prima pesala però. Aggiungi il succo d’uva e se necessario un pochino d’acqua, metti sul fuoco a fiamma bassa e fai cuocere per circa due ore. Mi raccomando, il liquido deve coprire appena le mele”. La signora mi consiglia di pesare la pentola, così alla fine della prima cottura posso sapere quanta polpa di mela c’è e quindi ricavare la quantità di zucchero da inserire nella seconda cottura, che sarà la metà del peso complessivo. Finisco di scrivere e lei continua. “Quando vedi che la polpa è cotta, metti la pentola sulla bilancia e ricavi la quantità di frutta rimasta, per esempio il peso totale è due chili, la pentola pesava un chilo, allora la polpa è di un chilo e lo zucchero da aggiungere è mezzo chilo. Hai capito?”. Mio marito, che ama la cucina sana ma non è un genio in matematica, guarda le verdure sul bancone; io faccio quattro calcoli, annuisco e la ringrazio per la disponibilità e la simpatia. E così mi sono ritrovata la sera seguente davanti ai fornelli a realizzare questa profumatissima marmellata, che diventerà sicuramente un regalino per delle persone speciali, ma anche il ripieno per una splendida crostata.
La ricetta non prevede delle dosi precise; lo zucchero sarà la metà del composto dopo la prima cottura. Io ho aggiunto anche la cannella, che ha sprigionato un piacevole odore in tutta casa. Inoltre, dopo la prima cottura ho usato il minipimer per rendere la composta più cremosa.
Solita raccomandazione per le marmellate: ricordatevi di sterilizzare bene i vasetti. Lavateli bene e poi metteteli a bollire in un pentolone. Altro consiglio, invasate la marmellata quando è ancora bollente, chiudete con i coperchi e mettete i vasetti a testa in giù per tutta la notte. Controllate sempre il coperchio per verificare il sottovuoto.
la seconda cottura quella in cui aggiungi lo zucchero, per quanto tempo deve cuocere? grazie
"Mi piace""Mi piace"
Ciao Francesca, la seconda cottura, generalmente dura circa un’ora. Vale sempre la prova piattino. Quando vedi che inizia ad addensarsi, prendi un piattino freddo e versaci sopra una cucchiaiata di confettura. Se scivola velocemente, devi farla cuocere ancora un pochino. Ricordati che le confetture addensano ulteriormente durante la fase di raffreddamento, quindi è meglio non fare addensare troppo il composto. Spero di essere stata esaustiva. Grazie per aver visitato il blog!
"Mi piace""Mi piace"